







Nel 1877, l'albergo e gestito da una giovanissima coppia. Lei ha solo 16 anni e, quando il suo bambino si ammala, non sa bene cosa fare. Ci pensa Isabel a "prendere in consegna" il neonato. Per tre settimane lo cura, lo nutre, lo tiene in braccio, lo veste come un principino inglese....
Una targa apposta nel 1972 - in occasione del centenario dell'arrivo di Burton a Trieste - sulla parete esterna di quello che, nel frattempo, era stato ribattezzato Hotel Obelisco, e stata purtroppo portata via.

Il Tram di Opicina: Un Simbolo di Trieste
Ieri 16 Agosto, sono passati 7 anni da quando il famoso tram di Opicina ha smesso di rombare lungo le ripide pendenze triestine. Sette lunghi anni durante i quali il cuore della città ha sentito la mancanza di questo simbolo storico e tecnologico. ..... continua



In una puntata di Superquark dedicata a David Livingstone e agli esploratori dell’Africa, in particolare a quelli che sono andati alla ricerca delle misteriose sorgenti del Nilo, si parlava del mio amato Richard Francis Burton.
Bene ha fatto Piero Angela a sottolineare la differenza enorme nelle condizioni di viaggio fra noi, odierni visitatori del continente, e gli esploratori di allora. Noi oggi partiamo con dietro antibiotici e dopo aver fatto profilassi anti-malariche e iniezioni contro la febbre gialla; attraversiamo il paese a bordo di veloci jeep; la sera laviamo via la polvere dai nostri corpi sotto la doccia calda dell’hotel; scendiamo al bar a bere una bevanda ghiacciata, ci spostiamo al ristorante a mangiare una buona cena e infine andiamo a dormire su di un morbido materasso. E, prima di addormentarci, facciamo magari una telefonata a casa.
Ben diverso era il cammino intrapreso da Burton e Speke: Gli unici sentieri allora esistenti erano quelli, molto stretti, creati dagli animali, dai cacciatori o dai mercanti di schiavi in mezzo a cespugli spinosi e a bassi rami intricati. Se pioveva, il terreno diventava un pantano in cui si affondava. I tratti desertici si alternavano a quelli con l’erba alta fin sopra la testa o a quelli montagnosi, dove non si potevano piantare le tende. Si era esposti al morso della mosca tse-tse, a quello dei serpenti o dei ragni velenosi. C’era il rischio di essere attaccati dagli indigeni, si procedeva senza mappe, senza guide che conoscessero il cammino, con portatori superstiziosi e inaffidabili. Un’impresa quasi sovrumana…
