Vai ai contenuti

Il Piccolo - richardandisabelburton


Quasi che l’esotica malìa delle “Mille e una notte”, tradotta 130 anni fa da Francis Richard Burton proprio nell’allora stazione di posta appena fuori da Opicina, avesse avvolto di misteri anche il successivo hotel Obelisco.
Un “giallo” che non sembra conoscere l’ultima puntata: a marzo pareva assai probabile l’aggiudicazione definitiva dei 62 mila metri quadrati alla famiglia Andretta, invece, a meno di dieci giorni da quella provvisoria, è giunta la nuova offerta al collegio milanese dei curatori del fallimento Gladstone.


La notizia è poi uscita un paio di mesi dopo, quando il rilancio è diventato ufficiale per consentire la prosecuzione di un’asta senza fine: il misterioso sfidante degli Andretta ha accettato di misurarsi con il 10% in più previsto dalla normativa fallimentare. Se gli Andretta avevano gettato sul piatto quasi un milione e 950 mila euro, il misterioso sfidante contrattacca sfiorando i due milioni e 150 mila.

Adesso, chi voglia superare l’asticella alzata dal nostro ghost buyer, dovrà appoggiare sul panno verde due milioni e 360 mila euro. Se si pensa che la prima aggiudicazione provvisoria risale al febbraio dello scorso anno con 1,2 milioni di euro, appare di tutta evidenza che nel giro di una quindicina di mesi l’appetibilità commerciale dell’Obelisco è pressochè raddoppiata. È vero che la quotazione resta sensibilmente inferiore alla stima redatta nel 2010 dall’architetto milanese Giuseppe Agresta pari a quattro milioni e 573 mila euro, ma è anche vero che da 11 anni a questa parte molta acqua è fluita sotto i ponti del settore immobiliare nazionale e quest’acqua ha portato raramente pepite auree. Tant’è che alcuni anni dopo la perizia-Agresta i curatori abbassarono la pretesa a 2,6 milioni.

L’esito, che probabilmente sarà l’ultimo quindi decisivo, si saprà mercoledì 30 giugno, quando alle ore 11.30 inizierà la vendita con modalità “sincrona mista”, che prevede offerte telematiche e tradizionali. Chi scelga la strada tradizionale, può farlo previo bonifico o assegno entro le 13 di martedì 29 corrente mese: cauzione minima il 5% del prezzo offerto, quindi, se riferita ai 2,3 milioni necessari per battere l’ultimo prezzo, occorrono circa 120 mila euro. Qualora si ingaggi battaglia, il rilancio minino è di 25 mila euro.

Referente della procedura è la Sivag, che ha sede a Segrate nei pressi di Milano. Il collegio dei curatori è composto dall’avvocato Patrizia de Cesari, dal ragionier Giorgio Canova, dal commercialista Andrea Zonca. Giudice delegato del Tribunale milanese è Vincenza Agnese.

E ora immancabile flash-back sull’emozionante iter di questa vendita. L’Obelisco, progettato negli anni Settanta da Gae Aulenti ma prematuramente chiuso già alla prima metà del decennio Ottanta, vanta una superficie complessiva di 62 mila mq, di cui 8.500 dedicati all’ex struttura ricettiva. Poi ci sono gli impianti sportivi, il parcheggio, il parco. Ultimo proprietario la società immobiliare Gladstone, che fallì e i cui beni sono ancora in cerca di subentranti. Dopo otto esperimenti di vendita definiti dai curatori e dalla Sivag, il primo rovesciamento della fortuna avvenne nel febbraio 2020, quando l’Obelisco andò al trio Ritossa-Pedone- Diasparra per un milione e 125 mila euro. Primo colpo di scena: si fece avanti una società triestina, la Matt di Stefano Campestrini, che in settembre sbancò con un’offerta di un milione e 765 mila. Tempo dieci giorni e secondo colpo di scena: la famiglia Andretta rilancia a un milione e 950 mila euro. A marzo, come abbiamo visto, nessuno si fa vivo in asta e si ritiene che gli imprenditori friulani abbiano l’Obelisco in pugno. Terzo colpo di scena: offerta fuori asta a due milioni e 150 mila, che fino al 30 giugno sarà vincente.


Torna ai contenuti